Quel Concerto straziato dalla bomba mafiosa fa riflettere sulla legalità

Il 27 maggio del 1993 l’attentato mafioso in via dei Georgofili a Firenze provocò la morte di cinque persone e danni a una serie di opere conservate nell’adiacente Galleria degli Uffizi. Tra i quadri devastati dall’esplosione vi era il seicentesco “Concerto musicale” di Bartolomeo Manfredi.

La tela, sebbene straziata, è stata sottoposta ad un meticoloso restauro utile almeno a conservarne la memoria ed ora è esposta a Fidelis, la mostra allestita alla Caserma dei Carabinieri “Bonsignore-Dalla Chiesa” di Palermo, voluta dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e la Regione Siciliana Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, con il contributo dell’Aeronautica Militare, con la produzione a cura generale della Fondazione Falcone, di First Social Life e di Open Group. Per chi fosse in vacanza in Sicilia, la visita alla mostra palermitana è un’occasione per incontrare opere d’arte straordinarie, ma anche per riflettere sui valori della legalità e della fiducia.

Di quell’opera straziata dall’esplosione e del suo valore simbolico ha parlato nel corso del Congresso nazionale di First Cisl il segretario generale Giulio Romani, che è anche presidente onorario di First Social Life, l’associazione di promozione sociale voluta da First Cisl.

“In questi giorni a Palermo, grazie anche a noi, nella Caserma Dalla Chiesa, fra gli altri – ha detto Romani – è esposto un quadro. Non è il più bello, né è l’opera di quello di maggior valore, tra quelle che sono in mostra. Lo ha dipinto nel 1610 Bartolomeo Manfredi, si intitola il Concerto. Nella notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993 fu straziato dall’esplosione di 277 chilogrammi di tritolo, messi in un’automobile parcheggiata in via dei Georgofili, a Firenze. Non fu l’unico attentato della mafia in quegli anni. Dal ‘92 al ‘93 morirono 21 persone, tra cui Falcone e Borsellino e molte altre opere d’arte furono violate. Mani pazienti ed esperte hanno cercato di ricostruire la tela del Manfredi, brandello su brandello e oggi, quel che è stato possibile rimettere insieme, è di nuovo appeso ad una parete, testimonianza imperitura di una storia. Una storia fatta di terrore, di morte, di distruzione e poi, però, di reazione, di successi della giustizia, di ripristino della legalità, di ricostruzione dei quadri, certo, ma anche, soprattutto, delle anime. Una storia che ci insegna che ricostruire è possibile. Sempre. Noi siamo qui e vogliamo, insieme a tutti voi, ricostruire il lavoro!”

La mostra Fidelis è aperta, con ingresso libero, dalle 16 alle 20 dal martedì al venerdì e dalle 9 alle 13 sabato e domenica (lunedì chiuso), presso la Caserma dei Carabinieri “Bonsignore-Dalla Chiesa” di Palermo, in corso Vittorio Emanuele 475.