First Cisl, presidio a Milano davanti alla sede di Icbpi

Partecipato il presidio che si è svolto la mattina del 28 luglio a Milano davanti alla sede dell’Istituto Centrale Banche Popolari Italiane.

La mobilitazione, a sostegno della corretta applicazione dell’accordo siglato lo scorso mese di aprile in tema di riorganizzazione, è stata l’occasione per sottolineare l’atteggiamento di completa chiusura che l’Azienda ha mantenuto anche in sede di conciliazione Abi.

“Stiamo manifestando per la non corretta applicazione dell’accordo responsabilmente firmato tre mesi fa – dichiara Raffaele D’Andrea, rsa First Cisl Milano Cartasì – siamo di fronte a un’azienda silente, che applica l’intesa sottoscritta in maniera impropria, trasferendo e demansionando i lavoratori senza applicare il progetto formativo previsto. La mancata reinternalizzazione di alcune lavorazioni diventa inconciliabile con la tenuta dei posti di lavoro non consentendo ai lavoratori la possibilità di mantenere le qualifiche acquisite nel tempo. Siamo preoccupati per il futuro. L’azienda acquisisce costantemente altre società che si occupano delle stesse attività attualmente svolte in Icbpi. È necessario riaprire un nuovo tavolo di confronto – conclude D’Andrea – oltre che bloccare immediatamente gli effetti distorsivi provocati dalla forzata applicazione aziendale del processo riorganizzativo”

A nulla sono valsi i tentativi del tavolo sindacale di aprire un confronto costruttivo con l’azienda.

“Un atteggiamento arrogante. L’equilibrio – commenta Pier Paolo Merlini, Segretario generale First Cisl Lombardia – poggiava sull’impegno del management ad operare per far rientrare in azienda quote di lavoro fatte uscire nel corso degli ultimi anni. A poche settimane da quella firma, non solo le lavorazioni non rientrano, ma contrariamente a quanto definito nell’accordo si registra il coinvolgimento di qualche centinaio di consulenti esterni in parziale sostituzione degli ‘esuberi’. Previsione non contemplata – conclude Merlini. Siamo di fronte a un management con poche idee, apparentemente confuse, certamente non “conformi” a quanto concordato con il sindacato”.

La mobilitazione continua.