Persone prima che professionisti nel mercato mondiale del credito

La persona, prima della professione. È questo il senso del primo argomento che suggeriamo oggi all’attenzione dei lettori di questa pagina. A firmarlo è una psicologa che per mestiere gestisce le risorse in una banca. La conclusione del suo intervento è presa in prestito dall’anonimo saggio ed invita alla riflessione.

L’altra suggestione catturata dal web attiene la dichiarazione di Bini Smaghi che auspica la creazione di banche europee  di grandi dimensioni, ancora più grandi di quelle attuali, per contrastare le grandi banche americane. Iniziativa tardiva?

Il dipendente bancario, una persona prima che un professionista

Maria Grazia Rinaldi scrive in prima persona un articolo per professional.advisoronline.it dal titolo: “Reclutamenti: la voce dei bancari” dove racconta la sua esperienza professionale ma soprattutto le storie dei dipendenti bancari che, sempre più, lamentano di essere considerati dei numeri piuttosto che persone. I bancari spiegano anche i motivi e le ripercussioni. L’articolo si conclude con una citazione che calza a pennello: “Le persone sono state create per essere amate e gli oggetti per essere usati. Se il mondo è nel caos, è perché gli oggetti vengono amati e le persone usate.”

Forse il treno giusto è già passato

Lorenzo Bini Smaghi in un articolo su repubblica.it, a firma di Eugenio Occorsio dal titolo “Bini Smaghi, in Europa serve una megabanca” auspica la creazione di una superbanca europea che possa contrastare le banche d’oltreoceano. Lo dichiara in questi giorni durante i quali Amazon annuncia di aver già erogato ben tre miliardi di dollari in prestiti alla piccola e media impresa in gran parte del mondo. Aziende conosciute da anni e selezionate in base ad un algoritmo informatico. La stessa cosa sta già facendo Alibaba, l’altro enorme operatore di e-commerce mondiale. Per le banche tradizionali il treno, quello buono carico di crediti di buona qualità, forse è già passato.