Insostenibile che piano Ubi tocchi i salari, vogliamo volontarietà e assunzioni

“I 4000 esuberi complessivi dichiarati e la chiusura di oltre 370 sportelli costituiscono una nuova sfida per verificare la solidità delle relazioni industriali nel Gruppo e la concretezza dei valori etici e sociali conclamati dal vertice di Ubi”: è questo il commento di Riccardo Colombani, della segreteria nazionale di First Cisl, all’aggiornamento del piano industriale di Ubi dettato dall’acquisizione delle tre bridge banks.

“L’obiettivo di cost-income al 52%, inclusi gli oneri di ristrutturazione – aggiunge Andrea Battistini, coordinatore di First Cisl in Ubi -, ci fa temere che ci sia la volontà di ridurre progressivamente il salario dei lavoratori, ipotesi per noi insostenibile dopo anni di grandi sacrifici richiesti alla categoria”.

“Attendiamo l’incontro con il ceo – conclude Battistini – per avere chiarimenti e verificare se ci saranno condizioni adeguate per avviare un confronto costruttivo che possa portare a un’intesa complessiva, nel solco degli accordi precedenti, che preveda nuove assunzioni e l’utilizzo di strumenti attivabili su base volontaria”.