Il buon imprenditore, la gig economy, gli zainocratici

Sono tre gli argomenti di spicco nella rassegna stampa web del week end appena passato; le dichiarazioni di Papa Francesco all’Ilva di Genova, che hanno scosso le coscienze di imprenditori e lavoratori, lo scenario disegnato dalla gig economy, il modello economico nel quale non esiste più il lavoro a tempo indeterminato ed orario fisso ma il lavoro on demand. Per il terzo argomento l’attenzione nasce da un articolo sui cosiddetti zainocratici, cioè i professionisti pronti a migrare da un posto all’altro pur di poter avere una certa continuità di lavoro.
Tre diverse visioni del mondo del lavoro che cambia e si trasforma senza soluzione di continuità. Soprattutto sempre più velocemente.

Le parole di Papa Francesco

Il buon imprenditore è prima di tutto un lavoratore, non è uno speculatore“: abbiamo scelto il titolo di Repubblica.it perché Nadia Campini ci sembra abbia colto meglio di tutti il senso del discorso che Papa Francesco ha rivolto sabato scorso agli operai dell’Ilva di Genova. Bergoglio torna a parlare direttamente agli imprenditori ma soprattutto ricorda al mondo dell’impresa che l’azienda si basa su valori morali e non solo su valori economici.

La gig economy
Il termine gig economy è stato portato alla ribalta da Illary Clinton che nel 2015. Illustrando il proprio programma economico la candidata democratica alla Casa Bianca indicava in questo modo una nuova forma di economia, legata a lavoratori pronti ad assumere un incarico di lavoro solo al momento in cui si manifesta il bisogno. Quindi un rapporto di lavoro non più legato al tempo indeterminato e ad orario fisso. Ne ha scritto Giovanna Faggionato in un articolo dal titolo: “Gig economy, lo scontro europeo tra sindacati e lobbisti”, pubblicato dal sito lettera43.it. L’occasione è offerta dall’Esecutivo della Unione europea che, alla fine del mese scorso, ha chiesto a imprenditori e sindacati di lavorare su una direttiva sul diritto del lavoro che assicuri standard minimi di diritti dei lavoratori. Una direttiva che interessa milioni di lavoratori in Europa.

Nel mondo del lavoro arrivano gli zainocratici
Chi sono i lavoratori zainocratici? Lo spiega benissimo Alessandra De Angelis in un articolo pubblicato da investireoggi.it dal titolo: “Lavoro, addio 24 ore: arrivano gli zainocratici (non chiamateli nomadi digitali)!”. Si tratta della conseguenza, a lungo andare, del lavoro agile o smart working che dir si voglia. Dunque lavoratori professionisti che non hanno una sede fissa di lavoro e sono sempre disponibili a cogliere una nuova opportunità di lavoro. Lavorare da casa un giorno o più giorni a settimana fa piacere a tutti ed apre, ai più giovani, nuove prospettive, tra cui quella di prestare il proprio lavoro da fatturare a fine mese per una o più aziende. Uno scenario che attirerebbe i giovani ma che, conclude l’articolo, potrebbe diventare un limite più avanti, rispetto alle prerogative riconosciute attualmente ai lavoratori a tempo indeterminato. Soprattutto per chi si sposa e mette su famiglia.