“Cara Europa, basta tagli a banche italiane”, Giulio Romani su FinanzaReport.it

“Cara Europa, basta tagli alle banche italiane”: titola così la lunga intervista di Clarissa Satta a Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, pubblicata dal web magazine finanziario FinanzaReport.it.

“Giulio Romani, segretario generale di First-Cisl – scrive FinanzaReport.it introducendo l’intervista -, non ci sta ad assecondare nuovi tagli – incalzati dall’Europa – e attesi in alcune banche in difficoltà. E, in questa intervista, illustra il nuovo modello di banca proposto dal sindacato per riallineare le previsioni di ricavi e costi senza incidere ulteriormente sul personale”.

“Il tema dei tagli e degli esuberi rimarrà centrale nelle prossime settimane. L’Europa chiederà a Mps maggiori sacrifici su questo fronte. L’avevate previsto?” chiede Clarissa Satta.

“Purtroppo – risponde Romani – il tormentone degli esuberi ormai è scontato. L’Europa continua a denunciare una totale incapacità programmatica nell’indirizzo del sistema bancario e si limita a suggerire, talvolta ad imporre, soluzioni di breve periodo, che non risolvono i problemi strutturali, anzi, in qualche caso li aggravano. Continuare a pretendere riduzioni del personale, per esempio, in assenza di nuovi investimenti in riorganizzazione e tecnologia, resi impossibili dalle condizioni economiche di alcune banche, tra cui Mps, finisce solo col peggiorare la qualità del servizio offerto alla clientela e con l’incentivarne l’esodo verso altri istituti”.

“In ogni caso – sottolinea Romani -, noi non saremo disponibili a trattare su soluzioni che dovessero prevedere sacrifici non gestibili attraverso gli ammortizzatori sociali del sistema”.

Relativamente all popolari venete, Giulio Romani si esprime così: “Noi abbiamo da subito espresso contrarietà all’ipotesi di fusione delle due banche, non ravvedendo in essa una possibilità di sviluppo, ma, anzi, il rischio di un aggravamento, per sommatoria, delle difficoltà delle due imprese. Meglio sarebbe, a nostro avviso, avviare una gestione comune del credito deteriorato, onde evitare una fratricida concorrenza sul recupero crediti nei confronti degli stessi debitori”.

Questa invece la posizione espressa sul nuovo modello di banca: “Noi pensiamo che le banche, che non ricavano più abbastanza dal credito e non devono farsi tentare dai facili utili della finanza, debbano ricostruire il rapporto di fiducia con i clienti e, con esso, le loro prospettive economiche, specializzandosi in servizi consulenza alla famiglia, agli investitori, alle imprese. Questo è un Paese con grandi potenzialità, sia per la capacità creativa della sua imprenditoria, sia per la grande quantità di risorse private che gli Italiani hanno saputo risparmiare. Le banche, con personale adeguatamente formato e sfruttando al meglio l’immenso patrimonio di informazioni reso disponibile dai loro big data, possono essere quel soggetto che accompagna il risparmio privato alla partecipazione negli investimenti produttivi, che assiste dal punto di vista fiscale, amministrativo e commerciale le imprese più piccole e meno strutturate, che offre supporti formativi per far crescere l’educazione finanziaria della clientela, per sviluppare la professionalità nelle imprese e per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”.

Due, secondo Romani, i requisiti per realizzare il cambiamento: “Occorrono coraggio e buona volontà per raccogliere questa sfida: noi abbiamo entrambi”.

L’intervista completa è disponibile su FinanzaReport.it.